La chirurgia di salvataggio migliora gli esiti dei pazienti con carcinoma esofageo dopo chemioradioterapia definitiva
Uno studio clinico multicentrico ha valutato l'impatto della esofagectomia di salvataggio dopo chemioradioterapia definitiva sui risultati oncologici dei pazienti affetti da carcinoma esofageo.
Dopo aver raccolto i dati relativi ai pazienti sottoposti a intervento di resezione chirurgica per carcinoma esofageo in 30 Centri europei nel periodo 2000-2010, lo studio ha confrontato i risultati clinici dei pazienti sottoposti a esofagectomia di salvataggio dopo chemioradioterapia definitiva ( gruppo SALV; n=308 ) con i risultati dei pazienti sottoposti a esofagectomia standard dopo chemioradioterapia neoadiuvante ( gruppo NCRS; n=540 ).
Lo studio ha inoltre confrontato gli esiti dei pazienti sottoposti a esofagectomia per il trattamento della malattia resistente ( n=234 ) con i risultati dei pazienti sottoposti a esofagectomia per il trattamento di recidiva della malattia ( n=74 ).
L'analisi dei dati ha evidenziato un tasso di mortalità ospedaliera simile in entrambi i gruppi di pazienti, pari all'8.4% nei pazienti sottoposti a esofagectomia di salvataggio e al 9.3% nei pazienti sottoposti a esofagectomia standard.
Valori simili sono stati inoltre osservati per i tassi di sopravvivenza globale a 3 anni ( 43.3% gruppo SALV versus 40.1% gruppo NCRS; P = 0.542 ) e per i tassi di sopravvivenza libera da malattia ( 39.2% gruppo SALV vs 32.8% gruppo NCRS; P = 0.232 ).
Per quanto riguarda l'incidenza di complicanze postoperatorie, nei pazienti sottoposti a esofagectomia di salvataggio ( gruppo SALV ) è stata osservata un'aumentata frequenza di perdita anastomotica ( 17.2% versus 10.7%; P = 0.007 ) e di infezioni del sito chirurgico.
Dal confronto degli esiti clinici dei pazienti sottoposti a esofagectomia per il trattamento della malattia resistente e per il trattamento di recidiva della malattia sono emerse differenze significative sia in termini di mortalità ospedaliera che di complicanze postoperatorie maggiori.
Rispetto ai pazienti trattati per recidiva della malattia, i pazienti sottoposti a esofagectomia per il trattamento della malattia resistente presentavano una minore sopravvivenza globale a 3 anni ( 40.9% vs 56.2%; P = 0.046 ) e una minore sopravvivenza libera da malattia ( 36.6% vs 51.6%; P = 0.095 ).
In conclusione, i risultati dello studio hanno dimostrato che l'esofagectomia di salvataggio è in grado di offrire risultati soddisfacenti, sia nel breve che nel lungo termine, in specifici gruppi di pazienti selezionati.
L'esofagectomia di salvataggio non rappresenta tuttavia una strategia efficace nel trattamento delle varianti di tumore resistenti a chemioterapia, caratterizzate da una maggiore aggressività biologica e da un minore tasso di sopravvivenza rispetto alle forme recidivanti di cancro. ( Xagena2015 )
Markar S et al, J Clin Oncol 2015; 33: 3866-3873
Onco2015 Gastro2015 Chiru2015
Indietro
Altri articoli
Qualità di vita correlata alla salute con Nivolumab più chemioterapia rispetto alla chemioterapia nei pazienti con tumore della giunzione gastroesofageo / gastrico avanzato o adenocarcinoma esofageo da CheckMate 649
Nello studio CheckMate 649, Nivolumab di prima linea più chemioterapia ha prolungato la sopravvivenza globale ( OS ) rispetto alla...
La regressione patologica linfonodale dopo chemioterapia neoadiuvante predice la recidiva e la sopravvivenza nell'adenocarcinoma esofageo
Esistono prove limitate riguardanti gli effetti prognostici della regressione patologica dei linfonodi ( LN ) dopo chemioterapia neoadiuvante per l'adenocarcinoma...
Adenocarcinoma gastrico o esofageo: esiti di un sottogruppo che esprime bassi livelli di PD-L1 trattato con inibitori del checkpoint immunitario come prima linea
La Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense ha concesso l'approvazione normativa per l'uso di Nivolumab ( Opdivo ),...
Trastuzumab versus trattamento trimodale per adenocarcinoma esofageo con sovraespressione di HER2: studio NRG Oncology/RTOG 1010
Trastuzumab ( Herceptin ) è un anticorpo monoclonale contro HER2 ( noto anche come ERBB2 ). L'obiettivo principale dello studio...
Camrelizumab più Apatinib come trattamento di seconda linea per il carcinoma esofageo a cellule squamose avanzato: studio CAP 02
Camrelizumab ( AiRuiKa ), un anticorpo anti-PD-1, ha mostrato una moderata efficacia nel carcinoma esofageo a cellule squamose. Apatinib, un...
Terapia di combinazione di Nivolumab nel carcinoma esofageo a cellule squamose avanzato
La chemioterapia di prima linea per il carcinoma esofageo a cellule squamose avanzato porta a esiti sfavorevoli. L'anticorpo monoclonale Nivolumab...
Effetto di Camrelizumab versus placebo aggiunto alla chemioterapia sulla sopravvivenza e sulla sopravvivenza libera da progressione nei pazienti con carcinoma esofageo a cellule squamose avanzato o metastatico: studio ESCORT-1st
La terapia standard di prima linea per il carcinoma esofageo avanzato o metastatico è la chemioterapia, ma la prognosi rimane...
Camrelizumab versus chemioterapia scelta dallo sperimentatore come terapia di seconda linea per il carcinoma a cellule squamose esofageo avanzato o metastatico: studio ESCORT
I pazienti con carcinoma a cellule squamose esofageo avanzato o metastatico hanno una prognosi sfavorevole e poche opzioni di trattamento...
Carcinoma esofageo a cellule squamose avanzato non-resecabile: approvato Opdivo nell' Unione Europea
La Commissione Europea ( EC ) ha approvato Opdivo ( Nivolumab ) per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma...
Opdivo per il trattamento dei pazienti con carcinoma esofageo a cellule squamose, forma avanzata, dopo precedente chemioterapia a base di fluoropirimidina e Platino, approvazione dell' FDA
Opdivo ( Nivolumab ) è stato approvato dalla Food and Drug Administration ( FDA ) statunitense per il trattamento dei...